Il viaggio tra le materie prime toscane per i nostri prodotti, alla scoperta di un territorio vario e suggestivo, trova un momento particolarmente significativo sulla strada del Podere Le Boncie, a San Felice nel Chianti senese.
L’Azienda agricola Le Boncie, produttrice di vini, ci fornisce le vinacce per il nostro estratto brevettato Uviox®
Intervistiamo Giorgio che insieme alla moglie Giovanna gestisce l'azienda di famiglia.
– Da quale territorio proviene il vostro vino e che rapporto avete con tale territorio?
Il nostro vino proviene dal territorio di San Felice nel Chianti senese, dove la viticoltura è cominciata negli anni ’70, prima il terreno era occupato da oliveti e bosco. In quegli anni il babbo di Giovanna, attuale titolare della nostra azienda agricola Le Boncie, lavorava nell’Azienda agricola San Felice situata in questa stessa zona e confinante con la nostra nata dopo proprio dalla passione trasmessa a Giovanna da suo padre.
– Che storia raccontano il territorio e le vigne da cui proviene il vostro vino?
Una storia di lavoro umano, sapienza e passione trasmessi da padre a figlia e cresciuti nel tempo con fatica e costanza. La fatica e la costanza, o meglio la perseveranza, quando si lavora la terra con rispetto e perseguendo certi principi come quello dell’agricoltura biologica sono ingredienti fondamentali. Il padre di Giovanna ha cominciato negli anni ’70 quando la viticoltura era agli inizi e Giovanna ha sviluppato il lavoro nel tempo secondo nuovi criteri e nuovi principi come appunto quello del biologico che è stato il suo valore aggiunto
– Cosa significa per voi “produrre vino” e come lo fate?
Per Giovanna produrre vino è la sua vita, da quando era piccola è cresciuta in questa dimensione agricola e vinicola, “produrre vino” è quindi parte integrante della sua storia e della sua famiglia.
Lo facciamo seguendo i principi dell’agricoltura biologica e ricercando sempre qualcosa di innovativo, da qui per esempio la collaborazione anche con l’Università di Siena che aveva un vero campo-scuola nelle nostre vigne. Una nostra particolarità è la varietà di uve prodotta, sono vitigni storici, come il Pugnitello a foglia tonda, il Colorino, il Mammolo, oltre al San Giovese. Sono vitigni difficili di carattere, quindi ostici da trattare che vengono poi vinificati separatamente.
– Perché uva bio? Una scelta difficile?
La scelta non è certamente una scelta facile perché implica di seguire e valorizzare la natura ma non di plasmarla, quindi di subire anche gli imprevisti che dalla natura possono derivare. Però come dicevo è stata la scelta ed il valore aggiunto di Giovanna, è stato un suo principio da perseguire fin dall’inizio.
– Quali sono le caratteristiche e le proprietà del vostro vino e delle vostre uve (tipi di uve e particolare riferimento alle uve da noi prese per uviox)?
Le caratteristiche sono diverse a seconda dei vini e allo stesso tempo comuni per il modo di lavorare.
Per esempio sono vini vinificati alla vecchia maniera: i tini sono aperti e non viene utilizzata una pompa meccanica ma le uve sono trattate e pigiate a mano. Tecnicamente si dice “follate” ossia si butta giù il cappello della vinaccia e si affoga nel liquido, così l’estrazione non è data dal movimento meccanico ma fatta naturalmente dall’alcool.
Le caratteristiche del vino in generale provengono dalle scelte di base, a partire dall’inizio, quando si selezionano le viti e si innestano. Le nostre viti provengono dal territorio in cui ci troviamo, dal Chianti senese (Arceno, Badia Coltibuono), sono state scelte con cura all’insegna di una difformità tra loro e sono state innestate poi da un vivaio francese.
Il vino riflette quindi naturalmente la selezione, la varietà oltre alle caratteristiche del territorio. Questo è un territorio calcareo, sassoso drenante, limoso, l’uva nasce già con una grande acidità , per cui i vini da essa derivati sono vino già in partenza vocati all’invecchiamento, pronti dopo un po’ di anni.
La nostra uva matura così regolarmente nel legno per due anni – come si fa solitamente con i vini riserva- è la natura del terreno che lo impone e che comporta quindi necessariamente un lavoro importante fin dall’inizio su qualsiasi tipo di vino. I nostri vini assumono il proprio carattere anche da tale lavoro unito alla varietà delle piante selezionate fin dall’inizio, alla natura del terreno ed ai processi di vinificazione.
– Che tipo di azienda siete?
Le Boncie è un’azienda familiare nata dalla passione e dalla volontà di Giovanna di continuare a vivere in quella che era sempre stata la sua naturale dimensione. Siamo nati piano piano e con poco – le prime vigne le avevamo in affitto – e cresciuti in un contesto familiare con il lavoro di parenti ed amici, senza quindi una manodopera esterna
– Cosa significa la vostra attività per voi e quanto contano l’amore e la passione per ciò si fa ai fini di ottenere un buon risultato?
La nostra attività per com’è nata e cresciuta è la nostra vita. Lavorare con la natura ti impone un ritmo e uno stile che influenzano, anzi determinano necessariamente la tua vita. In questo senso passione ed amore sono determinanti, senza questi non potremmo portare avanti il nostro lavoro e superare anche alcuni naturali ostacoli.
– Qual è la realtà delle piccole aziende in Italia? Siete contenti di collaborare con un’ altra piccola azienda di un settore però diverso come Biofficina e di fornirci le uve per gli estratti brevettati?
Nel nostro ambito le piccole aziende stanno meglio di quelle grandi, le dimensioni implicano l’impossibilità di grandi guadagni ma scongiurano anche grosse perdite. Le aziende bio solitamente possono avere tra i due ed i 10 ettari di terreno, Le Boncie ne ha 5, mentre le grandi aziende vanno dai 20 ai 30 ettari di terreno.
Le differenze tra piccola azienda bio e grande azienda agricola, oltre alla coltivazione biologica, sono l’artigianalità del lavoro svolto, un contatto diverso anche tra persone e terreno da lavorare in quanto, essendo ridotta la superficie, è più semplice scegliere i giorni realmente giusti per operare, si può scegliere più facilmente e sono quindi necessari meno compromessi.
L’approccio con la vigna, con il ritmo ed il tipo di lavoro meno vincolato a scadenze fisse, con le persone è diverso, più diretto e libero.
Siamo felicissimi da sempre di collaborare con le piccole aziende a cui ci rivolgiamo per quanto ci serve nel nostro lavoro e in particolare siamo felici di collaborare ora con Biofficina che fa parte di un settore diverso dal nostro ma anche complementare con esso. Ci fa davvero piacere che Biofficina, prendendo le nostre vinacce per i suoi estratti brevettati (Uviox®), dia dignità a un sottoprodotto in modo da arrivare così a non considerare nulla uno scarto ma tutto un’opportunità.
– Che risposta trovate nel consumatore e che tipo di consumatore avete?
Noi abbiamo pochi rapporti stabili sia in Italia che all’estero, pochi ma solidi all’insegna della continuità. Scegliamo quindi poche piccole realtà diffuse per l’80% nel territorio nazionale ed per la restante parte all’estero, con cui stabilire un rapporto commerciale consolidato e continuativo. La risposta dei consumatori privati a questo nostro modo di operare è stata positiva, sono arrivati davvero buoni e gratificanti risultati. La fidelizzazione del cliente è importante perché non esiste una costante di qualità nella viticoltura biologica, per cui serve che il cliente sia informato di questo e che ci segua nelle variazioni naturali e connaturate al prodotto.
– Cosa direste ad un giovane che abbia intenzione o desiderio di avviare un’attività come la vostra?
Diremo innanzitutto che premessa e fattore fondamentale è la cultura del territorio. Il biologico richiede un’alta competenza scientifica, gli strumenti sono pochi e naturali. Serve un’importante conoscenza fisiologica della pianta. Serve scientificità anche nel gestire per esempio i problemi di carattere microbiologico (l’insieme dei lieviti naturali che lavorano a gradazioni diverse e in modo diverso ogni anno ), si deve essere in grado di sapere cosa sta facendo il tuo vino, quale lievito sta lavorando di più e come sta lavorando.
– Innovazione, scientificità, tradizione, artigianalità e cultura che ruolo hanno nella vostra attività?
Il nostro metodo di lavoro è tradizionale ed artigianale come abbiamo spiegato, nessuna pompa meccanica se non per i travasi , ma si follola l’uva. Nessuna filtrazione, l’uva riposa due anni nel legno anche per avere un vino limpido. Nello stesso tempo però cultura e scientificità sono fondamentali per lavorare così.
– Stagionalità e naturalità….a cosa vi fanno pensare?
Alla natura stesa del nostro lavoro che è condizionato dalla stagionalità e segue la natura. In questo senso serve una conoscenza di ogni fase naturale.
– Quanto è importante l’amore e il rapporto con la natura per chi svolge un’attività come la vostra?
E’ fondamentale. Rispetto dell’ambiente ed elemento umano in questo contesto sviluppano un forte legame. Il motore di tutto è la passione, bisogna partire con passione che poi cresce anche mentre si fanno le cose, mentre si lavora e si sviluppa quindi conoscenza, legame con il territorio talvolta perfino morboso e per certi versi limitativo per come ci condiziona la vita, ma alla fine sempre gratificante.
– Cosa fate voi per la natura e per l’ambiente?
Ognuno di noi cerca di fare qualcosa nel suo piccolo in linea con i principi seguiti sul lavoro, a partire dalla scelta di prodotti biodegradabili, alla differenziazione e riduzione dei rifiuti, all’operare contro la cultura del superfluo per ricercare l’essenzialità delle cose e di quanto realmente ci serve nella nostra quotidianità
– Biofficina da sempre si riconosce in due massime:
“Pensa globale, agisci locale” (Roland Robertson)
“La cura dell’ambiente non è un movimento o un’ideologia, è il nostro prossimo gradino evolutivo" (Daniel Goleman)
Voi che ne pensate?
Le condividiamo e perseguiamo nel nostro piccolo credendo che la cosiddetta “decrescita felice” possa essere un principio da applicare e non uno slogan utopistico.